di Sr. Maria Francesca Righi Badessa del Monastero di Valserena
Ho ricevuto oggi le immaginette con il bel volto di S.E. Mons. Luigi, grazie!
Volevo da giorni scrivere almeno due parole in onore alla Sua persona e al modo in cui ha condotto la sua missione nella chiesa. Per me è stato semplicemente un amico, una presenza costante pur nella distanza data dal mio essere in monastero. Distanza che però permette una vicinanza che forse altrimenti non si sarebbe sperimentata. Mons. Luigi è presente. Non avverto una “morte” ma effettivamente il passaggio a una dimensione che rende ragione e come consola la sofferenza vissuta in vita. E la sua foto che mi guarda dal presepio che ho lasciato aperto insieme a tutti gli altri amici che in questi anni sono passati da questo mondo al Padre: Don Antonio Maffucci, Don Anas, Roberto Pellegatta, Werther Ferretti, Padre Sebastiano Paciolla, Don Pigi Bernareggi, Pieralberto Bertazzi… e il loro volto vicino al Bambino del presepio mi dice che il Paradiso è lì, è vicino, ed è tantissimo affollato, e ci guarda…
S.E. Luigi è stato presente alla mia professione solenne, al mio venticinquesimo e alla mia benedizione abbaziale, è lo è stato nella comunione di giudizio, di esperienza di amore a Cristo e alla Chiesa che lui comunicava con il suo modo particolare di essere, con la schiettezza del suo essere fino in fondo vero, fino in fondo sé stesso, in ogni occasione, in modo opportuno e non opportuno. Come per Mons. Massimo Camisasca e Mons. Scola, appartiene al tempo bello della infanzia della mia fede, al tempo bello dell’amicizia e della comunione vissuta in Università Cattolica, comunione che era già da subito missione, senza dirselo, semplicemente per l’entusiasmo e la bellezza di ciò che ci univa, ci mobilitava ci riempiva la vita di consistenza e responsabilità.
Questa esperienza non ci ha mai abbandonato, è come la memoria viva dell’amore di Cristo che abbiamo poi declinato nelle più varie situazioni della vita. Non voglio solo ripetere quello che tanti hanno detto, ma l‘amore a Cristo e alla Chiesa si esprimeva in Luigi in una passione educativa che partiva da un amore pieno di ammirazione per ogni persona, per ogni figlio o figlia in cui servire l’Immagine del Figlio unigenito.
E questa a sua volta diventava cultura cioè capacità di servire la verità, di non rinunciare alla verità, qualunque prezzo questo avesse; in questo senso credo che la testimonianza della sua vita sia stata un vero martirio, letteralmente, la testimonianza di cosa significa davvero “nulla anteporre all’amore di Cristo”. E aggiungo anche un’altra parola che rendeva bella la sua umanità così vera: la parola umiltà, che è la autenticità nell’essere fino in fondo se stessi, fino in fondo ciò che il Padre assegna come compito e come volto, con letizia, con buonumore, con autoironia, con sorriso, con ilarità vera, quella ilarità che rivela la bontà profonda del cuore.
Ho partecipato on line ai due momenti di saluto a Ferrara e a Milano che mi sono sembrati come coniugare i due momenti della sua appartenenza a Cristo, la comunione vissuta nella chiesa come una appartenenza bella e la sofferenza sobria che questa appartenenza comporta.
Grazie Mons. Luigi e grazie a chi rimane, a chi lo ha servito quando aveva bisogno, grazie a chi si rende responsabile della eredità che lascia, che non è un rimpianto da avere, ma un fondamento su cui costruire.
Mi affido, con tutta la nostra comunità di Valserena, alla Vergine Maria e alla intercessione del servo di Dio Mons Luigi Giussani e del suo servo Mons. Luigi Negri
Monastero di Valserena 19 gennaio 2022
Sr Maria Francesca Righi, Badessa del Monastero di Valserena