Pubblichiamo l’audio e la trascrizione di una meditazione mattutina, tenuta da mons. Luigi Negri durante il suo ultimo pellegrnaggio a Fatima (29 marzo – 2 aprile 2019), nella quale, in modo commosso e commovente, «sotto il manto di Maria», invita a «chiedere al Signore di essere il meno possibile condizionati dalle cose», imparando ad affrontare «la realtà non in forza di una nostra presunta forza, ma perché la nostra forza ci viene data da Colui che ci guida».
Sia lodato Gesù Cristo,
Aristotele diceva che l’unico elemento di conforto nella vita dell’uomo è il ricordo che strappa dal nulla, che ha già ingurgitato parte della nostra vita, qualche brano, qualche punto, su cui si riposa spesso, confortato, il nostro ricordo. Abbiamo i momenti belli della vita e, man mano che la vita avanza, ci si sorprende a sostare nei punti belli della nostra storia. Questo ricordo è fonte di una grande nostalgia. L’uomo saggio ha nostalgia perché, dicevano i latini, «fugit irreparabile tempus», il tempo fugge inesorabile.
Ma per noi? … Sappiate, fratelli, che il confronto con il mondo, con la realtà che ci circonda – il confronto vero, non il pregiudizio – è un grande fattore di crescita. Il confronto ci fa capire di più chi siamo, ci mette dentro una coscienza più chiara di ciò che ci è accaduto.
Noi non apriamo gli occhi ogni giorno, grazie al Signore, su una realtà che si fa ogni giorno più evanescente; noi apriamo gli occhi sulla sua Presenza. Noi vediamo la realtà ma la vediamo per la Presenza di Cristo in noi che apre la nostra intelligenza e il nostro cuore. Per questo la nostra giornata è e sarà lieta, non perché in anticipo abbiamo la certezza che non ci saranno le difficoltà, le fatiche, le tensioni, i dolori, le ingiustizie, anche quelle che provochiamo noi. Noi non siamo certi che non incorreremo nel male. Noi siamo certi che Dio è più forte del male. Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Il nostro occhio limpido, ogni mattina, Lo vede. Il nostro occhio, limpido, Lo vede. Arriviamo alla realtà attraverso il volto di Cristo: «in lumine vultus tui, videbimus omnia», che vuol dire: «nella luce del Tuo volto, vedremo tutta la realtà». In lumine vultus tui, videbimus omnia»: non un pezzetto della realtà, quello che ci interessa di più, quello che ci fa fare meno fatica, soprattutto quello su cui tutto il mondo è d’accordo. Se noi dovessimo dire solo quello su cui tutto il mondo è d’accordo, sarebbe stato meglio per noi, come ha detto il signore di Giuda, neanche nascere.
È questa, oggi, la letizia della vita: la letizia della vita è che ancora una volta Lo vediamo, non solo Lo vediamo, ma riconosciamo che, come dice la Sacra Scrittura, noi siamo campo di Dio. Il Signore ci lavora, come il sapiente contadino continua a lavorare il suo campo e, dice la Scrittura, lo lavora quando è sveglio e quando non è sveglio, perché veglia. Ma, mentre veglia, il campo, che ha accudito, continua a crescere. Noi questa mattina siamo lieti perché Dio esiste e questa è una grande affermazione per la quale serve soltanto la regione. Ma noi non siamo lieti solo perché Dio esiste, siamo lieti perché Dio è con noi; siamo lieti perché i termini della nostra vita quotidiana sono stati definitivamente manipolati secondo la verità, la bellezza e la giustizia e la nostra vita, non appartenendoci più, è la vita di Dio in noi. Che cosa può esserci che ostacoli questa cosa? Moltissime cose. La tradizione cristiana sintetizza tutta questa opposizione con una parola, con un volto: il demonio. Chi può obiettare a questo? Tutto il mondo obietta a questo; tutto il mondo comandato dal demonio. Ma chi può vincere questa suprema certezza? Nessuno. Nessuno può mettere in dubbio che, essendo il Signore con noi, alla faccia del trionfalismo, san Paolo dice, noi stravinciamo in ogni cosa. Noi stravinciamo in ogni cosa non perché abbiamo a disposizione la nostra forza; noi stravinciamo in ogni cosa perché affrontiamo la vita in una compagnia che è più forte di tutto e, essendo più forte di tutto, ci guiderà nella vita in modo che le difficoltà non ci pieghino, non ci spezzino. Nella fatica, forti; nella fede, forti; nelle circostanze, pazienti; in tutto, caritatevoli.
Lasciatemi dire, con la commozione che proviene dal fatto che viviamo Fatima, dove la Madonna ci ha dato un segno così imponente della sua misericordia verso il popolo di Dio, che noi dobbiamo chiedere al Signore di essere il meno possibile condizionati dalle cose. Dobbiamo essere il più possibile capaci di affrontare la realtà non in forza di una nostra presunta forza, ma perché la nostra forza ci viene data da Colui che ci guida.
C’è un’immagine cara a una certa generazione, la mia e di quelli come me: don Giussani che raccontava come aveva varcato la soglia del liceo Berchet, i tre gradini del Liceo Berchet, in cui il Vescovo lo aveva mandato a insegnare religione e lui intuiva che incominciava così, nella sua vita, il tempo della evangelizzazione e il tempo dell’educazione. Non senza fatica lasciò gli studi e il seminario e la sicura carriera che gli studi in seminario avrebbero favorito, quasi senza dubbio l’episcopato. Lasciò quello e varcò quei tre gradini con la serena baldanza di chi andava a portare lì quello che tutti si aspettavano e nessuno aveva ancora riconosciuto: Gesù Cristo, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio.
Dove sta la nostra forza? Nel fatto che ci fidiamo del Signore e, poiché ci fidiamo del Signore, nessuno ci sconfiggerà. Io sono certo che Colui che ha iniziato in noi questa opera buona la porterà a compimento nel giorno di Cristo Gesù (cfr. Fili, 1,6). Per questo la nostra vita e il nostro cuore sono lieti. Non perché facendo il bilancio della nostra esistenza di ieri abbiamo grandi motivi di gioia … potrebbe anche capitare che, aprendo gli occhi, avessimo tanti motivi di tristezza … qualcuno me li ha scritti… un’operazione che sembra essere andata bene ma la guarigione fa fatica a maturare… Ognuno ha le sue difficoltà … Quando apriamo il nostro occhio non abbiamo la pretesa che non ci siano difficoltà; abbiamo la pretesa forte, non nostra, ma che ci è data, che Colui che è con noi non ci abbandonerà: io posso tutto in Colui che mi dà forza (cfr. Fili, 4,13). Custodite questa frase di san Paolo nei vostri cuori. È una fonte di certezza e di consolazione continua. Tutto io posso in Colui che mi dà forza.
Ci abbandoniamo stamattina, sotto il manto di Maria, a questo abbraccio e chiediamo a Lui che i nostri occhi arrivino alla realtà di tutti i giorni vedendo la Sua luce: nella Tua luce vedremo tutto; nella Tua luce vedremo la luce e, per questo, nella Tua luce conosceremo tutto.
Così sia