Eugenio Corti: maestro di fede e di cultura

Cesare Cavalleri, don Luigi Negri, Eugenio Corti, durante una conferenza organizzata in occasione degli ottant'anni dello scrittore (2001)

La grande stima e la profonda riconoscenza nutrite da mons. Negri nei confronti di Eugenio Corti ci hanno spinto, come Associazione, a sostenere la realizzazione della mostra Il cavallo rosso di Eugenio Corti: le prove della storia e il lievito della vita, presente al Meeting di Rimini di quest’anno. A quarant’anni dalla pubblicazione del capolavoro

di Giulio Luporini

Eugenio Corti è sempre stato indicato da mons. Luigi Negri come un maestro di fede e di cultura da quando ebbe modo di conoscerlo personalmente in occasione della campagna referendaria sul divorzio che li vide protagonisti insieme. Da quel momento è sempre stato considerato un punto di riferimento al quale guardare per la lucidità della sua testimonianza di uomo e di scrittore. Come Negri stesso ha più volte ricordato, egli ha introdotto, soprattutto durante gli anni di insegnamento in Università Cattolica, «tantissimi giovani alla lettura delle opere di Corti e all’incontro con la sua testimonianza».

Nel 1990, in un messaggio di ringraziamento, a nome di Comunione e Liberazione, così scriveva allo stesso Corti:

Carissimo Eugenio,
la ringrazio moltissimo per l’invio del volume che ho letto tutto d’un fiato e con grande edificazione.
E grazie della sua presenza nella nostra vita e nella nostra compagnia: la sua testimonianza così grande e appassionata è fonte di insegnamento pieno di conforto.
I nostri giovani sono sempre molto affascinati dell’incontro con Lei.
I tempi sono duri: il Signore si aspetta da ciascuno di noi una buona battaglia. Anche in questo lei ci è maestro.
Grazie di tutto. Con molto affetto

Diventato vescovo mons. Luigi Negri ha continuato a guardare con stima e riconoscenza la figura e l’opera di Eugenio Corti come emerge dalle parole rivolte allo scrittore, in occasione del premio Premio Isimbardi, conferitogli dalla Provincia di Milano il 18 dicembre 2009: «La mia maturità presbiteriale ha trovato elementi fondamentali di maturazione in quella ineguagliabile narrazione dell’epopea del popolo cristiano lombardo di cui Il cavallo rosso non è solo luogo letterario ma, in qualche modo, luogo teologico».

Anche il messaggio scritto all’autore brianteo nell’estate 2010 merita di essere riportato a ulteriore conferma di quanto evidenziato:

Mio carissimo Eugenio (amico e maestro),
la memoria di te, della tua grande testimonianza e della tua indefessa dedizione alla cultura e alla Chiesa mi sono di grande conforto in questa quotidiana “milizia”.
Prega per me.
Ti benedico con tutto il mio affetto.

Questa grande stima e questa profonda riconoscenza nutrite da mons. Negri nei confronti di Corti ci hanno spinto, come Associazione, a sostenere la realizzazione della mostra Il cavallo rosso di Eugenio Corti: le prove della storia, il lievito della vita, presente al Meeting di Rimini di quest’anno. A quarant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di questo autore, i curatori, tra i quali anche io, hanno voluto rimettere a tema la grandezza letteraria e umana di questo romanzo, evidenziandone le sovrapposizioni con l’esistenza di Corti e, soprattutto, la certezza di una positività ultima della realtà, ovvero della Speranza radicata nella fede in Dio, nella Provvidenza che guida la storia degli uomini. Nelle prove, anche tremende, come quelle vissute nella ritirata di Russia o nei lager, o ancora nella battaglia persa in occasione del referendum, risulta chiaro che l’ultima parola sulle vicende umane è il Bene che Dio vuole agli uomini, a ciascuna singola persona umana.

Le radici di questa prospettiva possono essere chiarite meglio tenendo presente quanto, in un incontro tenuto davanti a giovani universitari bolognesi, nel 2014, mons. Luigi Negri esprimeva a riguardo di Corti e dello straordinario valore del Cavallo rosso:

«Il segreto degli uomini di Corti, cioè il segreto di Corti, è una cosa che non è segreta, è viva e forte e deve essere proclamata davanti al mondo: è la fede. La forza di Eugenio Corti è la forza di tutti noi che siamo qui: apparteniamo a un popolo, apparteniamo a un popolo non come coagulo di individui, condivisione di progetti psicologici, affettivi o politici; apparteniamo a un popolo che ha come radice il mistero di Cristo, un popolo che non nasce dalla carne, dal sangue ma da Dio è generato. Corti ci dice che la vita non finisce nel contesto dell’uomo, delle sue reazioni, dei suoi progetti, dei suoi propositi, delle sue illusioni e delle sue delusioni.

Questo popolo è fatto di uomini e vive educando questi uomini alla novità della vita. Il popolo è un popolo di persone, ciascuna coinvolta nell’avvenimento di Cristo, cioè del popolo; ciascuna è sé stessa, diventa sé stessa, gioca in questo cammino tutta la ricchezza della sua umanità e porta con sé i limiti della sua vita: la grandezza e le povertà, le gioie i dolori, i limiti.

Sono stati partecipi con la loro vita di una grande avventura di popolo e qui vorrei soffermarmi sulla cosa che è più evidente scorrendo queste pagine, vedendo questi personaggi, seguendoli nella loro storia piccola o grande: sono stati parte di un popolo che ha contestato il potere, non ideologicamente. La chiesa ha contestato i totalitarismi, non solo quelli fascista, nazista, comunista eccetera che sono quelli che Corti ha visto e ha sentito pesare sulle proprie spalle, sul suo cuore. Ha contestato il totalitarismo non per delle idee o dei valori.

La speranza per noi non è un’emozione, la speranza è un logos diverso è un modo diverso di concepire la vita, di vivere, il mangiare, il bere, il vegliare e il dormire, il vivere e il morire.

Cosa può desiderare un giovane della vostra età se non che, anche per lui, accada questo; che, anche per lui, la propria vita non sia definita brutalmente dalle circostanze o dagli interessi o dal benessere o dal consumo; ma che la sua vita sia espressione di una identità vera, di un modo diverso di vivere la vita, di un desiderio che li spinga a comunicare questa vita a tutti i propri fratelli uomini e a lavorare con loro, magari nella diversità delle opzioni, delle scelte, degli impegni culturali, a quel bene comune che è la libertà degli uomini e dei popoli».


Qui il video dell’incontro realizzato all’interno dell’evento Campus By Night (CBN) organizzato dagli studenti dell’associazione studentesca “Student Office” dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna


Qui la presentazione ufficiale della mostra del Meeting

Eugenio Corti Cavallo Rosso mostra Meeting Rimini


Nell’immagine in alto, da sinistra a destra, Cesare Cavalleri, don Luigi Negri, Eugenio Corti, durante una conferenza organizzata in occasione degli ottant’anni dello scrittore (2001)